La guerra psicologica che ci è stata fatta in vista della giornata a Marrakesh, ci ha fatto perdere molte delle bellezze di quella che viene definita la “città rossa”. 

Marrakesh infatti offre il meglio di sè dopo il tramonto, quando piazza Djamaa el fna inzia a riempirsi di persone, di artisti, di spettacoli ad ogni angolo. 
Tre giovani ragazze in giro da sole. “Mi raccomando, non uscite da sole eh!” – “in caso di problemi, il numero della polizia è il 19”- “Occhio a quelle che vi prendono le mani per i tatuaggi all’hennè”(…) Se a ciò, aggiungiamo il fatto che in giro per la città, ognuno tenta in qualche modo di fregarti, capite perchè dopo il tramonto siamo tornate nel Riad, stanche e un po’ arrabbiate di aver terminato così il nostro ultimo giorno in Marocco. 
Avere una guida è molto utile per girare il centro città; noi abbiamo chiesto al Riad di trovarci una persona che ci accompagnasse in giro soprattutto perchè avevamo poco tempo a disposizione e non volevamo perderlo dietro a mappe e cartine; la nostra guida si chiamava Hussein ed era un praticante islamico molto fedele che ci ha raccontato in ogni minimo dettaglio, perchè il Profeta ha sempre ragione. Senza scuse. Parlava italiano, spagnolo, portoghese oltre che ovviamente francese e arabo ed era una persona interessante anche se correva da un posto all’altro, proprio come un maestrino di scuola. Il costo di una guida per mezza giornata è di circa 30/40 euro a gruppo ma per più giorni, sicuramente riuscite a trattare un prezzo migliore. 
Hussein ci ha portate nel Souk di Marrakesh, il mercato che ospita, dicono, 15.000 bancarelle dove si vende di tutto: tessuti, spezie, saponi, datteri, lampade, oggetti per la casa, scarpe e tante altre cose. Ci siamo fermati nelle classiche tappe da turista (per la verità il souk stesso è per turisti): la zona in cui si tingono le stoffe, la parte in cui l’erborista ti spiega tutte le erbe utilizzate al posto dei medicinali (“Questo come Vix Vaporub, questo come Moment, questo come Supradin”…), la parte dedicata alle lampade in ferro fatte a mano (dove ti chiedi come puoi portarle a casa!) e tanto altro ancora.

Il terrore psicologico, mescolato a stanchezza, mescolato ai Dhiram da sborsare ai marocchini per poter far foto, mi ha improvvisamente fatto passare la voglia di scattare ad ogni angolo. L’ho lasciato fare a Chiara che forse, un giorno, mi darà le foto che vi farò vedere. Certi principi mi fanno proprio imbestialire. Se non vuoi essere fotografato, non lo vuoi, punto. Non puoi dire di no, ma davanti a 10 dhiram mi dici di si. Quindi, accontentatevi di queste poche foto, scattate dove mi andava. Si, avete ragione, sono una scema, macchèvoletefa’?

 La scuola coranica

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