Il racconto di uno speciale weekend a Parigi, tra un hotel a cinque stelle, tanti macarons e un romantico tour alla scoperta dei monumenti più belli della città! 

Appena faccio capolino dall’aereo e appoggio il primo piede sulla scaletta, capisco che forse ho sbagliato valigia. Un’aria fresca e un filino pungente ci ricorda che Parigi è sempre più fredda rispetto all’Italia e questo cielo grigio potrebbe benissimo essere un cielo di ottobre o di novembre. E invece è il weekend di Pasqua.

Ho lasciato a casa i miei amati cappelli: pensavo fosse primavera anche qui e invece no, qui è autunno e c’è un’incredibile libertà espressiva: si va dai nordeuropei con t-shirt e bermuda ai giappo con cappello di lana e stivali, passando per chi gira con gli Ugg e chi con i sandali. L’uscita dall’aeroporto è veloce, abbiamo solo il bagaglio a mano e siamo a Charles de Gaulle (che si rivelerà una mossa azzeccata per il ritorno, poi vi dico perché!): raggiungiamo il centro città con Les Cars Air France  (27 Euro a persona, andata e ritorno), degli autobus che collegano più punti della città con i due aeroporti parigini e in poco meno di 40 minuti siamo ai piedi dell’Arco di Trionfo.

Non lo ricordavo mica così grande. E’ il punto d’incontro di 12 viali ed è la più grande rotonda del mondo. Vi immaginate doverci guidare? Certe volte entro in crisi nei viali fiorentini, figuriamoci in una rotonda del genere! Per fortuna l’hotel si raggiunge a piedi in due minuti: è così vicino all’arco che chi ha la camera affacciata sulla strada se lo trova davanti ad ogni risveglio. Per non parlare di chi si trova nella suite al settimo piano, con vista privilegiata su tutta la città.

Pietro ci consegna le chiavi e ci dice: “Per voi è stata riservata la suite Josephine”. 

Io non sapevo cosa dire, Ale non sapeva cosa aspettarsi e l’unica cosa che volevamo in quel momento era salire al sesto piano e aprire la porta di camera. Suite Josephine, suona elegante già il nome, ti immagini la camera? Varcata la porta ci siamo resi conto che più che una camera, era una appartamento. 75 m² è poco meno di casa nostra e ancora, non ci potevamo credere. Di posti belli ne abbiamo visti, l’ultimo che ci ha lasciati increduli era a St. Barth e all’hotel Napoleon Paris abbiamo provato la stessa sensazione.

(Cliccate sulle foto per poterle vedere bene!)

Hotel Napoleon Paris - Suite Josephine

Hotel Napoleon Paris - Suite Josephine

In 75 m² ci sono due bagni (uno con vasca, l’altro con doccia idromassaggio), un salotto con uno di quei divani da mille posti in cui ti addormenti mentre guardi la tele, una camera con un letto king size, due guardaroba, un sacco di finestre, i gerani al balcone e un’orchidea sul tavolo. Ah, la scrivania, la macchina per il caffè, due televisioni che facevano più di 85 pollici in due e un’atmosfera impagabile.

Uno champagne, due (anzi taaanti) cioccolatini e via in strada.

Hotel Napoleon Paris - Suite Josephine

L’hotel si trova in una delle vie parallele degli Champs-Élysées perciò attraversando una strada, ci siamo. La prima cosa che penso è che ci voglio tornare a dicembre quando milioni di lucine illumineranno il viale più famoso di Francia. La seconda è che non vedo l’ora di trovare il negozio di Ladurée e di fermarmi a prendere i macarons. Per un attimo mi passa per la testa l’idea che possa esser chiuso, sono quasi le 8 di sera e domani è Pasqua. E io come faccio? Niente paura, Ladurée, un po’ come l’Ikea, è uno di quei posti che trovi sempre aperto.

Una cena non troppo francese. Camminiamo a passo veloce per il lungo viale, attraversiamo Place de la Concorde (oh, ma quanto sono grandi le piazze parigine?) e costeggiamo les Jardin des Tuileries. Stiamo cercando Rue Sainte Anne e poco dopo, la troviamo. Rue Sainte Anne è definita la piccola Tokyo ed è qui che si trova una notevole concentrazione di autentici ristoranti giapponesi. Adesso starete pensando che siamo due esosi: andiamo a Parigi per due giorni e una sera la passiamo mangiando sughi&Co invece di star davanti a camembert, fois gras e bouillabaisse. Per la verità siamo dei ricercatori di ristoranti giappo e il Yamakawa è stato uno dei sushi migliori della nostra notevole raccolta in giro per il mondo, uno di quei posti che potresti trovare anche per le strade di Ginza o di Asakusa, senza pretese, economico e gestito da giapponesi.

Dopo cena ci siamo dedicati a qualche scatto in notturna: il Louvre, quasi deserto e molto silenzioso si riprendeva dopo una lunga giornata affollata; dalla piramide si vedeva una guardia che annoiata, passava il tempo leggendo, in attesa di una domenica da bollino nero; abbiamo attraversato il giardino e siamo scesi sul lungo Senna che come nei migliori film d’amore ci ha mostrato la classica immagine da cartolina: la torre Eiffel in lontananza, illuminata e i tanti bateau mouches che, strapieni, si alternavano sul fiume;

Louvre, Parigi

Tour Eiffel, Parigi

Al Pont des Invalides siamo tornati verso gli Champs-Élysées, restando colpiti dall’imponenza del Palais de la Découverte che è spuntato all’improvviso davanti ai nostri occhi.

Missione Macarons: la leggera cena a base di pesce, riso e salsa di soia era voluta. Volevo che mi restasse abbastanza spazio per provare macarons di ogni genere.  I macarons sono stati inventati dalla pasticceria Ladurée, perciò con molta curiosità volevo proprio mangiare quelli. Non quelli della concorrenza, quelli low cost o quelli del McDonald’s (sì, a Parigi i McDonald’s hanno i macarons, se ve lo state chiedendo), ma quelli lì, famosi per l’incarto, per i colori pastello e per un prezzo non troppo economico. A metà viale, sul lato sinistro guardando l’arco, si trova questo storico negozio su due piani. Per fortuna, vista l’ora, non c’è fila e abbiamo tempo di scegliere i gusti con la dovuta calma: scegliamo il box da 12 pezzi (22 Euro circa, 1,90 Euro al pezzo) e ce li portiamo in camera.

Quei cinque minuti necessari ad arrivare in stanza sono stati un’agonia. Sentivo la saliva che assaporava già i gusti scelti, pensavo alla croccantezza che avrebbero avuto e alla morbidezza del suo interno. Per non parlare del caramello salato. O della liquirizia, o del gusto a sorpresa del Marie Antoinette, quello verde Tiffany.

Ale preme il pulsante del sesto piano, entriamo in camera, lanciamo le giacche sulle poltrone, ci togliamo le scarpe, accendiamo la tele, ci distendiamo sul divano e apriamo la scatolina magica. Quale scelgo per primo? 12 sembrano pochi, ma il gusto è intenso, quindi la dose è quella  giusta. Fragola, cioccolato, frutti di bosco, caramello salato, caffè, pistacchio oltre i tre indicati sopra.

Macarons Ladurée

Macarons Ladurée Parigi

Mi mancano già. Per fortuna che in caso di bisogno posso andare nei negozi Ladurée di Firenze, Roma o Milano!

Da seguire sui social: Hotel Napoleon Paris su Facebook, per restare aggiornati sulle ultime tendenze della città e per scoprire le loro offerte. Hanno anche una comoda App su Parigi che trovate su iTunesLadurée su Facebook e su Instagram per essere invasi da foto di macarons e non solo; il museo del Louvre nella sua pagina Facebook ricca di contenuti e di novità; Air France sempre su Facebook per essere aggiornati sulle promozioni per volare a Parigi!

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