Quali ragioni ci spingono a prendere un aereo, restare fuori casa per settimane e scoprire zone mai viste prima? Ecco i motivi del perché si viaggia, che ci fanno venir voglia di partire continuamente.

1. Viaggiamo per poterci vestire come vogliamo. La libertà di uscire in pigiama per prendere caffè e croissant da mangiare comodamente a letto, avvolta da dieci strati di coperte caldissime, mentre fuori magari nevica. Nessuno ti guarda male -all’estero- se una mattina decidi di metterti le ultime tre cose rimaste pulite in valigia, anche se non c’azzeccano niente l’una con l’altra. La libertà di farti i capelli color arcobaleno e girare per Oslo, per Praga, per Copenhagen senza che nessuno sguardo ti giudichi senza sapere il perché tu l’abbia fatto. (Tranquilla mamma, mi tengo i miei capelli castani, con al massimo due ciocche ambrate qua e là).

2. Viaggiamo per mangiare. Ci è capitato di aprire il menù di un ristorante e scegliere piatti a caso (perché totalmente in giapponese): è sorprendente assaggiare qualcosa che non riesci ad immaginare, qualcosa non hai mai visto né provato ed è divertente. Non sempre continui a mangiare il piatto dopo il primo assaggio, perché magari è la cosa più cattiva mai provata, ma è divertente lo stesso! Viaggiamo per passare da un chiosco all’altro nelle sagre di paese dove non importa se l’igiene è una cosa sconosciuta, non è mai morto nessuno per un hot dog o per un kebab di quelli buoni. E c’è una cosa che adoriamo: essere invitati a cena dalle persone del posto, che ci aprono la porta di casa e ci accolgono facendoci scoprire quella che è la cucina di casa loro, sempre ricca di tanti storie.

3. Viaggiamo per fare cose che non faremmo mai a casa. Ci concediamo molto di più in viaggio, proprio perché non siamo a casa e ci sentiamo liberi di concederci degli extra. Tipo fare la doccia all’aperto anche se non fa caldo per niente, perché quando mi ricapita la doccia vista savana? Tipo salire sulle montagne russe di Santa Cruz, tipo bere litri e litri (e litri) di birra assieme ad uno stinco di maiale negli Englischer garten a Monaco, tipo dormire in tenda, tipo giocare a Blackjack a Las Vegas.

4. Viaggiamo per raccontare. Trovo che raccontare una destinazione con immagini, racconti e storie sia una delle esperienze migliori per condividere con tanti di voi le emozioni che i viaggi mi trasmettono, per farvi conoscere isole che non avreste preso in considerazione, per farvi venir voglia di partire, per permettervi di essere in quella spiaggia anche se nella realtà, in quel momento non potete farlo. Là fuori ci sono così tante storie che sarebbe un peccato non raccontarle a nessuno.

5. Viaggiamo per imparare. Dalla ricetta del borsh, una tipica zuppa russa, a come si dice singhiozzo in inglese (parola fondamentale, vero? Se non lo sapete, si dice hiccup che è pure onomatopeico) non esiste viaggio senza aver imparato qualcosa. Tipo nel viaggio fatto in Sud Africa ho scoperto che i ranger hanno il fucile ma non lo possono utilizzare praticamente mai, ad Anguilla ho imparato che l’unica cosa complicata della guida a destra sono le rotonde, a St. Martin ho scoperto che il concetto di “porzione di pancake” per me è esattamente un terzo di quella che immagina un sanmartinese (si dirà così?). In Giappone ho imparato che possiamo metterci tutto l’impegno possibile, ma noi italiani non saremo mai gentili come i giapponesi. Ho capito cosa sono le notti bianche al polo nord e continuo a non capire come i nord europei possano vivere con pochissime ore di luce in inverno. Cos’altro ho imparato?

Che a Dubai sono esagerati, che toglietemi tutto ma non la colazione (anche in viaggio), che il sushi si può mangiare anche alle 10 di mattina, che se hai un elefante davanti evita di darti la crema nelle mani perché poi lui sente il profumo (non sono stata io, tranquilli. Darmi la crema durante un safari sarebbe l’ultimo dei miei pensieri.). Che New York è come nei film, e anche di più. Che potrei stare ore a scrivere di quante cose ho imparato in viaggio.

Tutti noi abbiamo dei motivi validi per viaggiare: e voi, perché lo fate? Ve lo siete mai chiesto?

Cosa ne pensi? Lascia un commento!