Certe considerazioni le facciamo sempre a fine viaggio, quando ci rilassiamo un attimo e ci tornano in mente tante storie, tante sensazioni provate giorno dopo giorno. Per la verità questa domanda io e Ale ce la siamo fatta dopo il terzo “game” ovvero dopo la terza uscita alla ricerca degli animali. La risposta ai nostri dubbi, ce l’ha data Mangezo, la guida che è stata con noi durante i due giorni di canoa e che davanti al fuoco ci ha detto come stanno davvero le cose.
Non so voi, ma nei vari documentari visti e rivisti alla televisione, abbiamo sempre visto ranger che giravano nei parchi di tutta l’Africa armati di fucile ben visibile nel sedile vicino al guidatore. Questo ha sempre dato, forse, un senso di protezione ai viaggiatori seduti nei sedili posteriori, certi che in caso di pericolo, il ranger avrebbe fatto il proprio dovere.
Noi di pistole e fucili non ne abbiamo visti. Mai, in nessuna uscita (e non erano nascosti chissàdove!). Seduti davanti al fiume Zambesi, attorno al fuoco che ci riscaldava in una fresca serata, abbiamo chiesto spiegazioni a Mangezo, la guida sempre disponibile a rispondere alle nostre curiose domande. “Good question!” – iniziava sempre quando il quesito era meno usuale del solito. Mangezo ci ha spiegato che ci sono delle regole ferree per l’uso delle armi ma che sempre secondo la legge, ogni ranger dovrebbe girare con un fucile o una pistola. Ci racconta che le regole sono un po’ in contraddizione perchè secondo la legge il ranger deve essere armato, ma può sparare solo se in pericolo e l’animale è entro 7 metri di distanza. Mangezo ironicamente ci ricorda che 7 metri sono troppo pochi per poter agire davanti ad un elefante o ad un leone: la cartuccia non farebbe in tempo ad agire che l’animale sarebbe già piombato sull’auto o sulle persone. Sparare un colpo in aria? Non farebbe altro che agitare ancor di più la bestia che non cambierebbe certo idea sul da farsi. Secondo la legge, ad esempio, durante la nostra escursione sul fiume in canoa, la guida doveva portare un’arma, per proteggerci da eventuali ippopotami o coccodrilli. Bene. L’arma però deve essere scarica perchè non si può girare con un’arma carica, sarebbe pericoloso. Serve il tempo di valutare la situazione, essere entro 7 metri dall’animale, caricare il fucile e sparare. E sperare di prenderlo alla prima.
Ecco, è tardi.
Conoscere i comportamenti degli animali, le loro reazioni e i loro tempi, sapere prima cosa accadrà all’elefante piuttosto che al bufalo, all’ippopotamo piuttosto che al rinoceronte: una buona guida saprà evitare il pericolo e non dovrà correre ai ripari utilizzando un fucile.
Le leggi che riguardano l’uso delle armi nei parchi africani sono anche create per evitare che si permetta di uccidere elefanti o rinoceronti con il bracconaggio, nascondendosi dietro a “situazioni di pericolo”; pertanto, nel caso in cui l’animale venga effettivamente colpito, sono necessarie spiegazioni ben dettagliate e se non convincenti, sarà un giudice a valutare attentamente la situazione; per la nostra esperienza nei parchi di Sud Africa, Zimbabwe e Botswana, se si esclude l’episodio dello Zambesi Park, è particolarmente difficile trovarsi in situazioni di reale pericolo se si seguono le regole di base!
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