Dopo il post su “Come raggiungere Manhattan dall’aeroporto- senza litigare con il fidanzato stradafacendo” ho pensato di scrivervi un nuovo post che potrei intitolare: “Come raggiungere Tokyo dall’aeroporto- senza avere una crisi di panico”-

La lonely planet, nostra fedele compagna di viaggio per il Giappone, è stata studiata ed analizzata soprattutto nei preparativi del tour, in modo da buttar giù un programma da seguire vagamente. Nonostante la guida sia ben fatta, i due giorni prima della partenza sono stata  assalita dai dubbi più grandi: Come faremo a muoverci in un paese in cui le vie non hanno un nome? Come potrò scambiare due chiaccherare con i giapponesi visto che non parlano mezza parola di inglese? E come facciamo a raggiungere l’hotel dall’aeroporto -considerando che le vie non hanno nomi e che i giappo non parlano inglese? 

Prendo in considerazione l’idea di prendere un taxi dall’aeroporto di Narita fino al centro di Tokyo: sfoglio la guida e vedo “Claudia, Ma sei pazza?”  – effettivamente, 300 Euro per una corsa in taxi, solo perchè ci sono 66km dal centro, è una cifra esagerata. Dobbiamo (anzi no, Devo) trovare una soluzione. La guida la fa facile: prendi il treno Narita Express che in un’ora e circa 30 euro a persona ti porta a destinazione. Facile, come no.

Chi di voi è stato in Giappone capisce bene il senso di smarrimento che si può avere dopo un lungo volo, dopo l’arrivo in un paese in cui la maggior parte dei cartelli è incomprensibile e dove sembra di essere in un mondo tanto lontano dal nostro. Hanno una gran dote i giapponesi, sono tanto, tanto gentili e quindi nel panico più totale, anche a gesti loro ti aiutano.

Prima di arrivare a Tokyo mi ero stampata: il tragitto del Narita Express con la fermata alla quale dovevamo scendere, la cartina dell’aeroporto, la cartina della zona in cui si trovava l’hotel. Utili, ma fino ad un certo punto. Ci siamo subito diretti al piano inferiore dove si trovano la stazione e la biglietteria, grazie ai cartelli bilingue che almeno all’aeroporto si trovano! Lì ho fatto i biglietti sperando che la gentile ragazza avesse capito davvero dove dovevo andare. Nel biglietto c’erano binario, numero del treno e orario (da intuire perchè tutto in giappo, tranne i numeri). Facile no? Mostrando il biglietto a chiunque ci passasse accanto, siamo giunti davanti al binario giusto. Il tabellone sopra di noi mostrava più treni in arrivo e lì pensi: ma andranno tutti nella stessa direzione? Saranno tutti Narita Express? O mi portano a mia insaputa nell’angolo più remoto del Paese senza che me ne accorga? 

Facciamo una cosa, chiediamo. Con un fantastico sorriso, e con il biglietto in mano mi avvicino ad una coppia giovane (magari due parole su internet le hanno imparate, -penso). Chiedo se il binario è corretto e se il treno in arrivo è il nostro. Loro capiscono, vanno su e giù per il binario, guardano i tabelloni poi tornano e a gesti ci fanno capire che il nostro treno è il secondo. Che culo penso. Immaginatevi se salivamo sul primo. Finivamo chissà dove e il mio fidanzato mi avrebbe sicuramente lasciata lì. Con le valige.

Dunque, saliamo sul treno giusto. Ci rilassiamo per un attimo ma non troppo: se ci addormentiamo è finita. Per fortuna le fermate non sono molte e scendiamo a Ginza. La fermata corrisponde a quella della metropolitana e se prima avevamo una vaga idea di dove andare, di fronte a questo pannello, le nostre convinzioni non ce l’hanno più fatta e siamo scoppiati in una risata:

Vedete quante uscite ci sono? Uscire da quella sbagliata (ce ne siamo resi conto nei giorni successivi) significa essere in una zona completamente diversa a quella che pensavate: anche qui, chiedendo e ricevendo risposte a gesti, siamo usciti dalla zona A. E per fortuna, era quella giusta!  Vi ricordo che non ci sono nomi delle vie ma nelle cartine ci sono i riferementi dei ristoranti e dei negozi e in questo modo ci si orienta più o meno bene;  insomma, a 150 metri c’era il nostro hotel ed è stato un sollievo capire che eravamo arrivati davvero.

E’ stato un po’ meno bello sentirsi dire che la camera ce la davano alle 14.30 e che quindi avevamo più di 3 ore da aspettare…

In ogni caso, dopo questa esperienza tutto è più chiaro e al ritorno non abbiamo avuto difficoltà! Se avete bisogno di aiuto, anche se non dovete raggiungere la stessa zona, scriveteci! 

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