Sempre più spesso gli animali sono utilizzati e sfruttati in giro per il mondo a scopo di lucro, con sevizie e torture al fine di farli giocare con i clienti, ballare o fare azioni del tutto contrarie alla propria natura. Dopo l’ennesimo scandalo, ci piacerebbe mostrarvi la realtà che si nasconde dietro tante, troppe attrazioni nel mondo.
La notizia della chiusura del “Tiger Temple” in Thailandia è arrivata fin troppo tardi: se vi siete persi la notizia potete leggere gli approfondimenti QUI o QUI. Se non lo conoscevate, il Tiger Temple è stato un tempio dove i monaci, con “speciali poteri magici” riuscivano a tenere buone delle tigri di centinaia di chilogrammi e queste gattone permettevano ai turisti di farsi foto e selfie a stretto contatto. Nonostante questa pratica sia sembrata un tantino inusuale e strana considerando l’istinto dei felini, il tempio è sempre stato aperto e migliaia di turisti ogni anno lo hanno visitato credendo alle storie dei monaci. Si diceva che gli trituravano la carne e la cuocevano per non fargli sentire l’odore del sangue, che crescevano queste tigri fin da piccole instaurando un rapporto di particolare fiducia ma con il tempo sempre più persone non hanno creduto a queste teorie.
Tempo fa ho letto un interessante post di Andrea Bicini, trasferitosi in Thailandia da molti anni e laureato in veterinaria: ha voluto toccare con mano la realtà e nel suo racconto ci spiega in termini semplici ma argomentati da tesi scientifiche, quelle che erano le condizioni delle tigri. Non era affatto possibile che le tigri fossero così pacate con gli uomini e abbiamo visto ultimamente come è finita la storia.
Le tigri sono però un solo esempio di come gli animali vengano sfruttati per attirare turisti (spesso ignari delle tecniche usate): come racconta Martina Santamaria nel post Animali e turismo: la brutta verità dietro alcuni tour turistici, ci sono le storie degli elefanti, dei delfini, degli squali e di tantissimi altri animali che vengono maltrattati per far felici certi clienti. Non entro nel merito di circhi e zoo perché il discorso sarebbe ancor più ampio, però vorrei aiutarvi a capire le differenze tra un’escursione per vedere gli animali, fatta in totale rispetto e un’escursione in cui gli animali sono invece sottomessi dall’uomo e costretti ad un lavoro non richiesto.
Partiamo però da un presupposto: sbagliamo tutti. Diversi anni fa, prima di capire esattamente come andassero le cose, credo di aver scritto anche io di voler visitare il tempio delle tigri e in piccola parte, forse, l’ho fatto, visitando il Casela Park a Mauritius dove è possibile entrare nella gabbia dei tigrotti o dei leoni cuccioli: pensandoci adesso non lo rifarei per nessun motivo, ma bisogna spesso commettere l’errore prima di capire che lo abbiamo fatto.
Prima di prendere parte ad un’attività con gli animali, informatevi e usate la testa:
- Cercate di capire se gli animali che incontrerete, partecipano forzatamente (tipo nel bagno con i delfini nelle piscine) oppure se loro sono in natura e voi passate da lì (tipo nei safari).
- Non lasciatevi ingannare dal nome: spesso vengono definiti “centri di recupero”, “centri di riabilitazione” e altre formule carine per lasciar intendere che stiano aiutando gli animali ma sono davvero pochi i centri che lo fanno davvero.
- Durante l’attività, cercate di interferire il meno possibile con gli animali. Vi ho parlato della delusione provata per lo snorkeling con lo squalo balena, quando un’orda di persone è arrivata armata di bastoni, GoPro e macchine fotografiche non tanto per godersi lo spettacolo quanto per doverlo raccontare agli amici. Non toccate le tartarughe o le mante durante lo snorkeling perché finisce che si impauriscono e non si avvicinano più.
- Evitate, SEMPRE, le foto ricordo con la scimmia in braccio, il camaleonte in mano o il pappagallo in testa: guardateli in natura, sforzatevi di raggiungere un posto dove abitano liberi, con il rischio che non li vediate ma con la certezza di vederli felici.
Gli animali liberi si trovano facilmente e non c’è bisogno di approfittarsi di queste scorciatoie per vederli.
Vedere i delfini in natura è meno difficile di quanto pensiate: penso di non sbagliare dicendo che l’80% dei nostri clienti vede i delfini nuotare attorno alla barca almeno una volta in una settimana alle Maldive. Io ho avuto l’onore di farci anche il bagno, perché hanno deciso di nuotare vicino a noi e di regalarci istanti mozzafiato e irripetibili.
Perché montare sull’elefante quando puoi vederne decine, grandi e piccoli mentre si muovono all’interno di un parco africano?
Lo stesso vale per tutti gli animali: viaggiate scegliendo escursioni in cui siete voi ad entrare in casa loro, in acqua, nella savana o nel mezzo di una giungla, osservandoli liberi e sereni, vi sentirete molto più appagati e soddisfatti.
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