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Domenica ad Aruba: una giornata che non poteva terminare meglio. Siamo partiti mezz’ora più tardi rispetto al solito ma la sveglia biologica mi ha fatta svegliare come sempre alle 06.30. Poco male, dopo 10 minuti si intravedevano le prime luci dell’alba, così alle 07.00 ero in spiaggia. Le orde di turisti dell’Occidental dormivano ancora nelle loro camere, probabilmente con i postumi del sabato sera e io mi godevo quella pace che ogni spiaggia ti offre nelle prime ore del giorno.
Fatta colazione, alle 09.00 siamo partiti per Palm Island: si tratta di un’isolotto che ha delle buone potenzialità ma che secondo me è stato strutturato male; situato a 5 minuti dalla costa di Aruba, questa striscia di sabbia ha due piccole baie di acqua cristallina e una zona per fare snorkeling con tantissimi pesci pappagallo ma la parte restante è stata civilizzata troppo. Ci hanno infatti costruito un piccolo parco acquatico con degli scivoli per bambini, due ristoranti, un centro massaggi e dei negozi che hanno tolto quella leggera aria di isola deserta che poteva assumere diversamente. Inoltre la spiaggia è molto stretta perciò quando ci sono molte persone assieme, il rischio di caccia al lettino è inevitabile. Anche in questo caso, l’isola è all inclusive perciò sta a voi decidere se affogare nella Balashi e nell’Aruba Ariba (un cocktail locale a base di vodka, rhum e succhi vari) o attendere che sia un’ora decente per accettare il primo drink. Tra i due ristoranti, uno a buffet e l’altro junk food con hamburger, hot dog e alette di pollo, scegliete il secondo che è ottimo.
Dopo pranzo siamo tornati sull’isola principale. La curiosità di vedere spiagge più nascoste e riservate era tanta perciò abbiamo chiesto alla guida di esplorare zone meno affollate. La zona che va da Malmok beach a Boca Catalina è perfetta per gli amanti degli sport acquatici che qui possono praticare wind surf, kite surf e non solo. Arashi beach invece è la spiaggia più a nord di Aruba ed è l’ultima prima che inizi la zona rocciosa. Qui trovate relax e bel mare, nient’altro. E per questo è una delle migliori in cui rifugiarsi.
Alle 05.00 in punto eravamo tutti nella hall dell’hotel in tenuta chic. Mi avevano detto che questo aperitivo sarebbe stato eccellente ma non mi sarei mai aspettata un servizio del genere. Il Bucuti&Tara Beach resort è una delle strutture più belle e raffinate di Aruba. L’attenzione per i dettagli è maniacale. I freschi sposini ricevono una targhetta da appendere alla porta con su scritto “Stay Out! No matter what you hear, we’re newlyweds” (Resta fuori! Lascia perdere ciò che senti, siamo sposi novelli!), quelli che festeggiano il compleanno o l’anniversario trovano uno speciale biglietto in camera e ogni cameriere capisce sempre ciò di cui tu hai bisogno. Hai il bicchiere quasi vuoto? Prima che tu te ne accorga, lo avrà già riempito di champagne. Stai per accendere una sigaretta? Prima che tu metta la mano in borsa, lui tira fuori il suo accendino. Personale cordiale, gentile e premuroso che lavora nel migliore dei modi.
Il Bucuti è un resort sulla spiaggia riservato solo agli adulti: non so ancora se sia una politica giusta, ma avranno i loro buoni motivi per attuarla e a quanto pare piace. Per prenotare una camera qui, dovete muovervi con 4/6 mesi di anticipo e sono sicura che non ne restate delusi. Poco dopo le 5 il caldo sole ha iniziato a scendere giù verso l’orizzonte e la sua luce è stata perfetta per scattare tante, tantissime foto. Tra una chiacchera, un bicchiere di champagne e qualche scatto, i camerieri ci portavano dei finger food tra i più buoni mai mangiati in vita mia: ricordo della carne morbidissima, con un sapore speziato, dei gamberi giganti in salsa, dei bocconcini di pasta sfoglia, del sushi e molto altro ancora. Non volevamo mai venir via: le cabanas illuminate dalle candele, le poltrone vista mare, il buon vino e quei piattini curati con tanto amore dallo chef hanno reso perfetto questo momento della giornata. Consiglio a chi visita Aruba e soggiorna in altri hotel, di pranzare o di cenare al Bucuti perchè merita di essere provato anche da voi: un’esperienza che non dimenticherete.
Nonostante avessimo già mangiato (e bevuto) abbastanza, avevamo un altro importante appuntamento poco dopo. Ci attendeva la cena presso l’hotel Occidental, nel ristorante Desire, assieme al direttore. Come potevamo tirarci indietro davanti a eccellenti portate a base di carne e pesce e a vini provenienti dall’Italia?
Foto 1 – 8 – 9 Franco Dipietro