Stanotte sono stata svegliata da una telefonata: faccio un lavoro in cui (vorrei ma) non posso staccare il telefono e scomparire per due settimane, quindi ho risposto e dopo aver cercato di risolvere la situazione, sono tornata a letto, non prendendo sonno. Dopo aver trovato un film alla tele che mi aiutasse a rilassarmi, sono finalmente crollata nuovamente e ho questa volta la vera sveglia, delle 08.30, l’ho sentita mentre mi rigiravo tra le lenzuola del lettone king size.
La colazione all’Oyster Bay Beach Resort è ipercalorica tanto quanto quella del Westin: questa volta va ancora peggio per i miei fianchi perchè i pancakes vengono preparati sul momento quindi non posso rinunciare all’assaggio. Morbidi, ma leggermente croccanti all’esterno, fatti da mani esperte che non mi hanno fatto sentire per niente in colpa per le mille calorie assunte. Questa mattina il cielo è più coperto, temo che non uscirà il sole per molto. Se non piove però, va già bene.
La spiaggia di oggi è Friar’s Bay, situata nella costa nord: è una piccola baia dove si trovano due beach bar e poco più: purtroppo le nuvole non riescono a mostrarci i veri colori del mare ma per i brevi momenti di sole che ci sono stati, abbiamo visto tante tonalità di azzurro. Siamo rimasti qui per tutta la mattina, poi però abbiamo deciso di muoverci, sperando che in altre zone dell’isola il tempo sarebbe stato migliore.
La spiaggia successiva che volevamo vedere è Nettle Bay: per arrivarci abbiamo imprecato vari santi, considerando che l’accesso alla spiaggia pubblica non è certo ben visibile dalla strada principale e per questo abbiamo fatto un paio di giri a vuoto. Seguiamo i cartelli e ci troviamo subito una sbarra con un guardiano: “Pour aller à la plage?” -dico io, vedendo che il guardiano è bianco e quindi senza dubbio preferisce di gran lunga rispondere in francese piuttosto che in inglese. Ci indica di proseguire tutto a dritto. Guidiamo per 10 buoni minuti attraverso viali e vialetti dove si susseguono ville di lusso, spesso circondate da mura alte 4 metri e con cancelloni intarsiati in legno. Non arriviamo mai, continuiamo la strada tortuosa e finalmente, affamati, arriviamo a destinazione. Siamo partiti giusto in tempo per il pranzo e non vediamo l’ora di scovare un beach bar che ci prepari qualcosa al volo che non sia un hamburger. Parcheggiamo la Tucson e vediamo che nel parcheggio siamo noi e un’altra macchina. Siamo un po’ troppo pochi. La spiaggia è bellissima ma completamente deserta. Né ombrelloni, né beach bar, niente di niente. E noi abbiamo fame. Dopo aver scattato qualche foto, cerchiamo di spostarci dall’altro lato della spiaggia dove sembra che ci siano degli ombrelloni. Superiamo un cartello stradale che dice qualcosa tipo Sauf resident ma noi fingiamo di esserlo. E ci troviamo davanti un cancellone chiuso.
Via di nuovo, proviamo con Mullet Bay: si trova nella costa sud e per fortuna è di strada. Il tempo è sempre coperto ma fa caldo e oltre ad avere fame abbiamo anche voglia di fare un tuffo. E’ domenica e oggi a Mullet Bay ci sono tante famiglie che a St. Martin ci abitano, con i bambini che fanno pic nic e giocano in acqua. Non abbiamo ancora mangiato e la griglia di un baracchino verde ci attira proprio. Hamburger per Ale, Hot Dog per me, con frites of course, tanto per rimanere in forma! La spesa qui è giustissima, 16 dollari se non ricordo male (ma ci rifacciamo con il conto della cena, dove per una volta ci concediamo una bottiglia di vino).
Link utili: Noleggio Auto St. Martin: Next Level Car Rental – Westin Dawn Beach Resort – Solari Collistar – Oyster Bay Beach Resort