Gaia ed Enrico quest’anno hanno realizzato un piccolo sogno: passare il Natale a New York e Capodanno ai Caraibi, per unire l’emozione della metropoli al relax delle spiagge bianche. Budget complessivo: meno di 2.000 euro a testa, tutto compreso. Leggi il racconto delle loro avventure nella Grande Mela, Anguilla e St Martin.
La mia maggiore preoccupazione prima di partire era cosa mettere in valigia. Siamo partiti il 21 dicembre per un tour che ci avrebbe portati da sotto zero a più trenta gradi, da New York ai Caraibi. Enrico, il mio fidanzato, era terrorizzato all’idea di dover indossare una calzamaglia (poco sexy, lo ammetto…) sotto i jeans per resistere al freddo della Grande Mela e non vedeva l’ora di infilarsi il costume. Altri crucci non ne avevamo: sapevamo che al resto ci avrebbe pensato Claudia, che per noi è una garanzia e più di una volta ci ha dimostrato di saperci fare. A giugno ci ha mandati a Keyodhoo con Maldive Alternative, ci siamo trovati bene e abbiamo deciso di organizzare questo viaggio con lei. Ad agosto, mentre lei e Alessandro gironzolavano per i Caraibi a caccia di un nuovo itinerario da proporre, abbiamo visto le loro bellissime foto sulla pagina Facebook di Traveltik e al loro ritorno abbiamo letto il reportage sul blog: ci siamo convinti subito a partire. Prima di catapultarci in un’avventura come questa leggiamo sempre la testimonianza di chi c’è già stato, per renderci conto di cosa ci aspetta: se state leggendo queste righe, probabilmente siete anche voi questo genere di persone. E visto che ognuno vive a modo suo l’esperienza del viaggio, spero che il nostro diario possa esservi utile a farvi un’idea di cosa vi aspetta. Se vorrete partire scrivete a Claudia, che vi darà tutte le informazioni necessarie e organizzerà il viaggio in ogni dettaglio.
Caccia al volo low cost. I prezzi migliori si trovano con largo anticipo. Potevamo scegliere se cercare il volo da soli su internet o se affidarci a Claudia, che riesce sempre a scovare offerte molto convenienti. Abbiamo cercato separatamente, finché lei ci ha trovato un’ottima tariffa con American Airlines: da Milano a New York, da New York a St Martin, da St Martin a Miami, da Miami a Milano. Prenotando ai primi di settembre ce la siamo cavata con poco più di un migliaio di euro a testa, in linea con il nostro budget. Considerando il periodo di altissima stagione abbiamo speso davvero poco. In tutto, compreso l’alloggio e il noleggio dell’auto, abbiamo speso circa 2.000 euro a testa, pasti esclusi.
New York in residence. Gli hotel a New York sono carissimi, perfino con il cambio Euro-Dollaro conveniente. Sotto le feste i prezzi salgono alle stelle. Su consiglio di un’amica, che vi ha soggiornato di recente, siamo stati in un piccolo residence nell’Upper East Side, tra Central Park e Harlem. Un posto splendido, pulitissimo e accogliente, che costa circa 150 dollari a notte, riservato a viaggiatori “silenziosi, rispettosi e scalzi”. In casa bisogna togliersi le scarpe ed evitare schiamazzi. Georgia, la padrona di casa, è una giamaicana deliziosa e molto simpatica. Sul letto, al nostro arrivo, ci ha lasciato dei biscotti fatti da lei e una mappa con indicati i locali più carini nei dintorni. Il quartiere è tranquillo e ben servito dalla metro 2 e 3, che in poche fermate porta a Times Square, costeggia il parco e scende fino al Soho, Tribeca e Little Italy. In tre giorni abbiamo avuto solo un assaggio di NY: siamo stati a Times Square e in cima all’Empire State Building da bravi turisti, abbiamo assaggiato degli ottimi hamburger a Williamsburg e uno dei sushi più buoni del mondo da Sushi of Gari. Siamo tornati da poco e stiamo già pensando di tornarci il più presto possibile!
Anguilla, l’isola deserta. In tre ore di volo da NY siamo arrivati a St Martin. All’aeroporto ci aspettava Jo con il cartello Traveltik: ci ha caricati sul suo taxi e in pochi minuti abbiamo raggiunto il porto di Marigot. Qui abbiamo fatto i biglietti per Anguilla: la navigazione è durata una ventina di minuti, mentre fuori pioveva a dirotto. Abbiamo sperato con tutto il cuore che smettesse presto. Al porto di Anguilla abbiamo preso un taxi che ci ha portati da Rhon, il nostro ospite anguillano. Nel suo residence ci ha affittato un appartamento molto grazioso e spazioso, con due camere matrimoniali, la cucina e il salotto: qui, poche sere dopo, ci ha cucinato una cena tipica con le prelibatezze del luogo e abbiamo mangiato assieme ai nostri compagni di viaggio, Elisa e Marco. Anche loro sono partiti con Traveltik e abbiamo fatto subito amicizia. Quasi tutto il viaggio ci ha fatto piacere trascorrerlo assieme, conservando ciascuno la propria autonomia, che per entrambi è un fattore importante. Più volte, ci siamo detti quanto siamo stati fortunati a trovare persone “come noi” con cui condividere l’esperienza. Non credo sia stato un caso: questo tipo di viaggio attira persone che hanno valori ed esigenze molto simili. Rhon ha dato a ciascuna coppia un’auto e un cellulare con una SIM locale e i nostri rispettivi numeri salvati in rubrica, per poterci chiamare tra di noi o chiamare lui in caso di bisogno. L’appartamento era dotato di sdraio e ombrellone in ottimo stato. Nei nostri 4 giorni di permanenza ad Anguilla abbiamo girato tutta l’isola, spostandoci da una spiaggia all’altra in giornata come ci ha consigliato Claudia. Al mattino stavamo a sud, dove è più facile veder sorgere il sole (Rendezvous Bay, Cove Bay, Shoal Bay West) e verso sera ci spostavamo sul versante nord dell’isola per vedere il tramonto (Meads Bay e le calette di West End Bay).
St Martin, un angolo di Francia. Premetto che, come molti torinesi, amiamo la Francia e andiamo spesso oltre il confine. A St Martin ci siamo tolti la voglia di crêpe e baguette. Il nostro residence con una piccola piscina, situato nella parte francese dell’isola, era a pochi passi dalla bellissima e tranquilla Friars Bay, frequentata da famiglie e residenti locali. In giornata siamo andati a Pinel Island, un po’ affollata vista l’alta stagione, ma incantevole: l’abbiamo girata tutta a piedi percorrendo il sentiero panoramico che attraversa l’isolotto. Vale assolutamente la pena visitarla! Un mattino ci siamo avventurati nella propaggine ovest dell’isola, dove ci sono le baie private e le mega ville. All’ingresso di queste Alphaville c’è una guardiola, ma niente paura: basta chiedere amichevolmente al tizio col giubbotto antiproiettile di poter raggiungere la spiaggia e la guardia aprirà la sbarra. Dopo qualche chilometro, sotto lo sguardo vigile delle telecamere di sorveglianza disseminate a ogni angolo, si raggiunge la selvaggia Plum Bay Beach. Di sera abbiamo visitato Marigot (la capitale francese) e Philipsburg (la capitale della parte olandese) che non ci hanno dato nessuna vibrazione: sono poco turistiche e piene di esercizi commerciali che di sera chiudono i battenti, potevamo tranquillamente evitarle. Da non perdere invece la passeggiata con i ristorantini e i negozietti a Grand Case.
Un occhio al meteo, tra piogge e arcobaleni. Il tempo è stato clemente: sereno variabile per tutta la settimana, dal 24 dicembre al 1 gennaio. A fine dicembre in genere c’è bel tempo, ma siamo arrivati in un periodo di piogge torrenziali, un’anomalia meteorologica. Le piogge duravano da pochi minuti a mezz’ora. Ho cronometrato un rovescio di 7 secondi esatti. Tipico dei Caraibi, una scrosciata e via! Il tempo di rifugiarci sotto una palma o andare a berci una Presidente ghiacciata al chioschetto della spiaggia. Gli “shack” (chioschi con cucina, che in genere affittano ombrellone e lettini) non mancano nelle principali spiagge di Anguilla e St Martin: si può mangiare il tipico “Combo” (costolette di maiale e coscia di pollo alla griglia), un Fishburger di tonno o di mahi mahi oppure dei deliziosi gamberi fritti in una pastella di cocco, accompagnati da patatine fritte e insalata. Uno dei lati positivi della pioggia? Dopo ogni acquazzone spuntava sempre l’arcobaleno: che spettacolo!
Le nostre sensazioni. Per noi è stato il viaggio delle prime volte: non eravamo mai stati a New York né ai Caraibi, mentre siamo stati parecchie volte alle Maldive (tra cui una a Keyodhoo grazie a Claudia) quindi abbiamo dovuto rinunciare allo snorkeling: dopo aver visto i fondali maldiviani, quelli caraibici non sono lontanamente paragonabili. A chi come noi è molto esigente in quanto a fondali, per evitare delusioni consiglio di lasciare a casa maschera e pinne, non ne vale assolutamente la pena. Le baie da sogno e le spiagge compensano ampiamente la carenza di bei coralli e pesciolini. Anguilla offre molto a chi cerca il relax tra sole e mare, a chi ama la vita spartana e cerca la solitudine: le baiette sono deserte anche in altissima stagione. È molto economica, anche considerati i prezzi in Dollari. St Martin a nostro avviso è più adatta a chi cerca la comodità: è una succursale europea oltremare in tutti i sensi, ci sono molti servizi inclusi centri commerciali, hotel di lusso, fast food. È abbastanza cara (si paga in Euro), c’è un traffico bestiale e guidano come pazzi. Se dovessimo tornare sceglieremmo di andare dritti ad Anguilla, ma siamo stati molto felici di visitarle entrambe, visto che sono così vicine, anche per renderci conto delle differenze.
Se anche voi volete partire per Anguilla e St. Martin, scriveteci a info@traveltik.it!