L’isola di Exuma, situata in uno degli arcipelaghi più selvaggi delle Bahamas, è la meta del viaggio estivo di due affezionati viaggiatori Traveltik: Gaia ed Enrico. Sfruttando le tariffe da bassa stagione e facendo scalo ad Atlanta hanno trascorso 10 meravigliosi giorni a Exuma ad agosto. Leggi il loro racconto di viaggio.
Ho passato trent’anni della mia vita senza nessuna curiosità verso i Caraibi. Li ho sempre immaginati, genericamente, come un posto dove impigrirsi in qualche resort all-inclusive. Abbiamo cambiato idea lo scorso Natale, quando Claudia ci ha mandati ad Anguilla e St. Martin. È lì che la febbre del Caribe ci ha contagiati!
Quest’estate la nostra destinazione è stata Exuma, un’isoletta che fa parte dell’omonimo arcipelago che conta 365 isole, una per ogni giorno dell’anno. Un aggancio di marketing notevole! A quanto pare queste isolette vengono snobbate dal turismo di massa, mentre attirano pochi visitatori ben informati oltre alle star di Hollywood, come Johnny Depp e Nicolas Cage, che hanno una casa nei Cays, le minuscole isolette che sorgono lungo la dorsale oceanica creando una specie di collana di smeraldi incastonata nell’oceano blu. Visto dal finestrino dell’aereo l’arcipelago di Exuma appare proprio così.
Una notte ad Atlanta. Siamo arrivati con un volo da Milano che ha fatto scalo ad Atlanta, dove abbiamo pernottato. L’indomani abbiamo preso il volo diretto per Exuma che in 2 ore e mezzo ci ha portati sull’isola. Questa è la soluzione più comoda che abbiamo trovato assieme a Claudia: oltre a risparmiare un sacco di soldi rispetto al volo su Miami, abbiamo potuto gironzolare qualche ora per Atlanta e farci una bella dormita in hotel prima di ripartire.
A chi volesse fare come noi consiglio di prenotare un hotel vicino all’aeroporto e prendere un taxi fino a Midtown Atlanta. Noi abbiamo fatto un po’ di shopping all’Atlantic Station, un mall che ospita anche molti bar e locali dove mangiare un boccone, e poi siamo andati a bere un delizioso aperitivo alla Daiquiri Factory. Nei dintorni ci sono anche un paio di rooftop bar (Rooftop 866 e Shout).
Le baie di Exuma. Dall’aeroporto siamo andati in taxi nel piccolo resort che Claudia ha scovato per noi, in una delle grandi baie di cui l’isola è piena, come abbiamo scoperto noleggiando una macchina e girandola da cima a fondo il giorno seguente. Great Exuma, l’isola principale, è collegata da un ponte a Little Exuma, un’isoletta più piccola che merita una visita per le sue bellissime spiagge e alcuni ottimi ristorantini dove mangiare l’aragosta e il conch.
Le spiagge balneabili sono situate tutte sulla costa est dell’isola, che è costeggiata da un’unica strada principale asfaltata: basta seguirla e imboccare le traverse segnalate dal cartello “Beach Access”, che puntualmente sono sterrate, piene di pietre acuminate e molto ripide. Abbiamo scoperto, chiacchierando con le persone locali, che molte baie molto carine non sono segnalate in nessun modo. L’unico modo di arrivarci è svoltare in una stradina a caso, incrociare le dita, ingranare la seconda e sperare di non fondere il motore o sfondare la coppa dell’olio. Pian pianino abbiamo raggiunto baie senza nome come questa nella foto, immersa in una pineta.
Non solo le baiette segrete, ma anche le spiagge più famose come Tropic of Cancer Beach spesso non solo segnalate dal cartello, ma qualcuno vi dirà: «Vai sempre avanti, svolta dove trovi dei bidoni della spazzatura!». Un’indicazione “alla bahamiana”, come l’abbiamo definita noi, imprecisa e molto ottimista, che ci ha portati casualmente a scoprire altre spiagge di cui ignoravamo l’esistenza. Un viaggio all’insegna della serendipità!
A Stocking Island per accarezzare le razze. In 10 minuti di taxi boat da George Town, la capitale, abbiamo raggiunto Stocking Island, un’isola lunga e stretta (a forma di calza, appunto) con una lunga spiaggia di sabbia bianca. L’attrazione dell’isola sono le razze, che vengono a nuotare a riva e non hanno paura di farsi accarezzare. Nuotare con loro è un’emozione fortissima, che da sola vale il viaggio.
Per il resto non c’è molto da fare, a parte chiacchierare e rilassarsi all’unico bar della spiaggia (che si chiama, non a caso, Chat ’n Chill) con una birra gelata in mano. La barriera corallina è molto lontana e la corrente nell’oceano può essere molto forte, quindi l’ideale è rassegnarsi al fatto che qui i fondali maldiviani possiamo scordarceli. Giustamente!
L’isola dei porcellini. Exuma è famosa per un piccolo cay dove nuotano liberi dei simpaticissimi porcellini selvatici. Pig Island, assieme alla grotta di Thunderball, dove hanno girato un film di James Bond, e a Staniel Cay dove si può fare il bagno con gli squali nutrice, si raggiunge con un’escursione che costa all’incirca 150 dollari a testa. Noi abbiamo deciso di non spendere quella cifra per vedere un paio di maiali e nuotare con gli squali (esperienza che abbiamo già fatto), ma sono sicura che ne valga la pena. In compenso un avventuroso maialino è venuto a trovarci sotto l’ombrellone: un giorno eravamo sdraiati in spiaggia a Paradise Bay e abbiamo visto un bel porcellino correrci incontro grufolando. Che tenerezza! In seguito abbiamo scoperto che era il maiale da compagnia di una famiglia che abitava lì.
Lo spauracchio del tropical storm. Verso la fine di agosto si apre ufficialmente la stagione umida, quindi bisogna mettere in conto qualche giorno di pioggia. Mentre eravamo lì ha piovuto spesso di notte e quasi ogni giorno, il classico acquazzone di 10 minuti seguito da uno spettacolare arcobaleno. La pioggia era a “nuvoletta di Fantozzi”, passeggera e localizzata: ci è bastato spostarci di qualche Km in auto per raggiungere una spiagga dove non era caduta neanche una goccia. Mentre eravamo lì è passato Cristobal, una tempesta tropicale abbastanza intensa, che però ha toccato altri arcipelaghi delle Bahamas ma non Exuma. Per 3 giorni ha tirato un vento forte e il mare si è ingrossato, ma questo non ci ha impedito di goderci la spiaggia e fare tanti bei bagni.
Aragosta, conch e ribs. Uno dei piatti tipici di Exuma e molte isole caraibiche è il conch, il mollusco che vive dentro una grossa conchiglia. Anche l’aragosta si trova spesso fritta o grigliata, sempre rigorosamente stracotta. Sull’isola ci sono molti granchi: di notte il loro sport preferito è attraversare la strada e bisogna fare lo slalom per non centrarli in pieno con la macchina. Stranamente qui non li mangiano. Sull’isola non si trova molto altro pesce a parte l’immancabile mahi mahi. Ci siamo fatti l’idea che il pollo e le costolette di maiale alla griglia, inondati di salsa barbecue e accompagnati da una bella cucchiaiata di coleslaw (insalata di cavolo e carote) agliatissimo, siano il piatto tipico di Exuma.
I migliori ristoranti di Exuma. Noi ci siamo fidati di Tripadvisor ma abbiamo anche girato parecchio per conto nostro, alla scoperta casuale di posti dove bere una Kalik gelata e gustare un pezzo di pollo al barbecue. Da Santanna’s ci sono, a giudizio anche di chi ci vive, le migliori aragoste fritte dell’isola. Exuma Point è un all-you-can-eat dove, con circa 20 dollari a testa, si possono gustare tante specialità fatte al momento e mangiarne a volontà, nella terrazza affacciata sul mare. Da La Shante a Little Exuma la vista sulla baia è spettacolare.
Per vedere il tramonto sulla laguna e ascoltare musica dal vivo il posto più gettonato di Exuma è Catch a Fire, aperto da poco, un po’ caro ma il cibo è buono e l’atmosfera è speciale. Non abbiate paura di ordinare un sandwich in uno dei baracchini che troverete lungo la strada, in particolare attorno a George Town: sono molto spartani ma se c’è una griglia state pur certi che non vi lasceranno a stomaco vuoto!
Alcune raccomandazioni.
– Sull’isola si paga solo in contanti, quasi nessuno accetta le carte di credito. Ci sono solo 3 bancomat (1 all’aeroporto, che abbiamo sempre trovato fuori servizio, e 2 a George Town che non riconoscevano i nostri bancomat). Nelle due banche, in orario di apertura, si possono ritirare al massimo 300 dollari al giorno per ogni carta di credito esibita, pagando una commissione. È molto meglio partire carichi di contanti per evitare di trovarsi a secco e dover fare la fila allo sportello.
– La guida è a destra e spesso sull’asfalto non sono segnate le righe laterali né quella centrale, quindi bisogna essere molto prudenti.
– Dopo la pioggia proliferano zanzare di ogni tipo (grosse, piccole, invisibili), in particolare le fastidiose sandflies. Portatevi un olio da corpo (funziona per le sandflies che scivolano e non riescono a pungervi, ma tutte le altre sì) e un repellente anti-insetti specifico per le destizazioni tropicali. Se siete particolarmente sensibili copritevi con pantaloni lunghi e maglie a maniche lunghe. Nelle giornate di vento e in riva al mare, se c’è una bella brezzolina, le sandflies faticano a volare e vi lasceranno in pace.