La giornata di oggi è iniziata davvero presto! Io e Chiara volevamo andare a fare le foto al porto, poco dopo l’alba ma poi per vari motivi, ci siamo arrivate solo alle 08.30; il cielo era grigio ma il blu intenso delle barche, risaltava in ogni scatto; forse perchè era domenica, forse perchè la maggior parte dei marocchini si sveglia più tardi, ma di fatto, nella Medina c’erano pochissime persone (e quelle che c’erano non erano proprio la crème de la creème!) e questo non ci ha fatte sentire completamente a nostro agio. 

Dopo aver scattato diverse foto, era ora di fare colazione! La pasticceria più antica di Essaouira, si chiama Driss, è aperta dal 1928 ed è lì che questa mattina abbiamo bevuto un classico Caffé au lait e un pain au chocolat; alle 9 ci ha raggiunte Donatella, la guida, e siamo partite alla scoperta della costa, verso sud! 

La campagna che abbiamo visitato ci ha fatto notare come la vita sia completamente diversa in questa zona del Marocco: abbiamo incontrato molte volte greggi di pecore, capre, asini abbandonati e cammelli in mezzo a delle piantagioni di Argan; ci è capitato di incontrare molti berberi del sahara che, durante questo perioso, si sono spostati a nord, dove i terreni possono nutrire il bestiame; solo dopo che ci saranno le piogge nel deserto, vi faranno ritorno; 

a metà mattinata ci siamo fermate in un paesino dove c’era il mercato settimanale; siamo scese dalla macchina, lasciando Donatella da sola e facendo un rapido giro ci siamo accorte di quanto fossimo fuori luogo. Di donne al mercato ne abbiamo viste pochissime, forse nessuna e tutti ci guardavano come fossimo state alieni: tre ragazze sole, che vagavano tra galline, ciuchini e spezie profumate non erano così usuali da vedere; non siamo riuscite a fare molte foto perchè il nostro imbarazzo era molto ed era possibile passare inosservate con due macchine fotografiche piuttosto ingombranti; l’odore era irrespirabile, il mercato era piuttosto caotico e siamo finite nella zona “macelleria” dove, per fortuna, ci siamo perse la vendita della gallina: non avendo a disposizione molti frigoriferi, come si faceva in Italia fino agli anni ’50, gli animali si mantengono vivi, fino al momento del bisogno; 

Mentre ce ne tornavamo verso Meksala, la strada di campagna divideva enormi campi di Argan e le uniche cose che abbiamo incrociato sono state: un camion con rimorchio che portava mucche, bambini di 6-7 anni che guidavano greggi di centinaia di animali, qualche contadino che tornava verso casa a bordo dell’asino. Poi, una signora con un secchio si è messa in mezzo alla strada: Donatella ha subito intuito di cosa si trattava; era stanca, era stata al mercato a piedi, ormai molto lontano da dove eravamo e cercava un passaggio per tornare a casa. No problem! Il secchio che conteneva uova, sacchetti e una gallina (viva!) lo abbiamo messo nel bagagliaio, noi ci siamo ristrette e la signora ci ha benedetto nella sua lingua per averla portata a casa! E’ stato bello vedere i suoi occhi di nuovo felici, quando è salita in macchina!

Cosa ne pensi? Lascia un commento!