Lunedì è stato il nostro ultimo intero giorno ad Aruba. Il pensiero di passare dai 30° ai 3° dell’Italia ci ha rattristato enormemente e quindi abbiamo cercato di goderci appieno gli ultimi caldi raggi di sole dell’isola.
Qui trovi i post precedenti sul nostro viaggio ad Aruba!
La mattina del lunedì l’abbiamo trascorsa a Renaissance Island, un’isolotto a pochi minuti di barca da Aruba in cui inaspettatamente ti ritrovi a prendere il sole con i fenicotteri rosa. Il che è surreale. Loro sono molto abituati alla presenza di persone e non hanno nessun timore nel farsi fotografare da distanza ravvicinata o nel venirti vicino mentre leggi il tuo libro sul lettino. Non fate il mio stesso errore però: quando mi hanno detto che Renaissance island avremmo trovato i fenicotteri, mi sono immaginata decine e decine di queste strane creature dalle piume rosa: in realtà ce ne sono 7, ma fanno comunque il loro effetto!
L’isolotto è veramente bello, con due grandi lagune di sabbia bianca e il classico mare caraibico: la zona con i fenicotteri è riservata agli adulti mentre in quella con le iguane possono accedere anche i bambini; le amache che si trovano sotto le palme, meritano di essere provate. Per salire su queste amache, e non cadere immediatamente, ci vuole una certa abilità. E se mentre tentate di salirci, avete una mano occupata dal telefono che tenete vicino all’orecchio e allo stesso tempo tentate di dire cose intelligenti alla persona che vi ascolta dall’altra parte del mondo, correte un grande rischio: il rischio di perdere l’equilibrio e di cadere. Vi assicuro che non ci si fa male, si scoppia a ridere e la prima cosa che si fa è guardare in lontananza se qualcuno ha assistito alla scena e si sta facendo delle grandi risate assieme a voi. Per fortuna nessuno aveva la telecamera o la macchina fotografica in funzione durante quegli attimi, forse nessuno se n’è accorto!
Renaissance Island è bella e merita di essere vista ma c’è un MA. Un grande MA. Renaissance island è l’isola privata dell’hotel Renaissance che offre questa escursione solo ai propri clienti perciò, se non siete loro ospiti, non avete la possibilità di visitare l’isola neanche pagando un extra. Noi abbiamo avuto questo privilegio perchè eravamo in viaggio con l’Ente del Turismo, altrimenti non avremmo potuto visitarla.
Nel pomeriggio abbiamo fatto un incontro affascinante: non è stato facile trovarlo, ma a fine viaggio ce l’abbiamo fatta. Abbiamo conosciuto Vincente Kock, un personaggio simbolo di Aruba per la costanza e l’amore con i quali, da cinquant’anni produce vino sull’isola. Ci ha mostrato un pezzo di vita lungo e non sempre facile, con una dolcezza e una passione toccanti, spiegandoci le difficoltà di produrre uve con un clima molto secco, di una botte troppo vecchia, di temperature terribilmente alte ma anche della soddisfazione di poter vedere il risultato di tanti sforzi e di gustare il proprio vino insieme a tanti viaggiatori curiosi. Non è forse un Chianti, ma una bottiglia di Vincente lascia un segno profondo.
La cena è stata più veloce del solito, per dedicarci alle bancarelle che si trovavano nella zona del nostro hotel e ad una birra, rigorosamente Balashi, poco dopo.
La mattina di martedì era a nostra disposizione e una parte del gruppo, tra cui io, è tornata al Bucuti. Il Bucuti è quel resort sulla spiaggia in cui abbiamo fatto quell’aperitivo che ancora continuiamo a raccontare ad amici e parenti: eravamo curiosi di vedere la struttura e la spiaggia di mattina, sarebbe stata l’ultima immagine stampata in testa prima del volo del pomeriggio. Non potevamo scegliere di meglio, siete d’accordo?