Qualche considerazione su com’è Bali vista dai nostri occhi spalancati davanti ad una nuova cultura, tutta da scoprire. 

Durante lo scorso weekend abbiamo visto gli amici per una cena e molti erano curiosi di sapere come fosse andato il nostro viaggio. Alla domanda “Ma com’è Bali?” è stato difficile dare una risposta breve e concisa, con pochi aggettivi, come si può fare per altre zone del mondo. Bali ha bisogno di lunghe frasi articolate, spiegate con calma davanti ad un buon Bali Koffee perché nonostante le dimensioni ridotte dell’isola, ne ha per tutti.

Bali sono le mani degli artigiani che vivono attorno ad Ubud che adornano le vie con le loro creazioni in legno, sapientemente lavorate e svendute a cifre irrisorie per noi occidentali. Le loro strade sono infinite ripetizioni di porte, grandi e squadrate intagliate nel tipico stile balinese, divani in legno, di quelli che vorresti portarti a casa, ampi, larghi e con i dettagli fatti a mano, uno ad uno. Si prosegue con i vasi, le statue, gli enormi tavoli in legno di teak che ti immagini già apparecchiati con la tovaglia bianca di lino, le porcellane immacolate e i fiori del campo, per il pranzo della domenica.

Bali sono i suoi templi e le sue offerte, posizionati in ogni angolo dell’isola. Un po’ di incenso, dei fiori e a volte della frutta sono nel bancone del cambio di valuta dell’aeroporto, nel marciapiede davanti al negozio di souvenir, all’entrata del centro massaggi, nel cruscotto di ogni singola macchina, nei ristoranti, nei giardini ornati di statue, ovunque. Perché è ovunque che si pregano gli dei e ovunque ci sono templi dove ogni giorno si festeggia, in abiti tradizionali.

Bali sono le risaie verdi e terrazzate patrimonio dell’Unesco, ma non serve andare fino a Jatiluwi per ammirarne la bellezza: basta infrattarsi tra le viuzze di Ubud per scoprire piccoli mondi fatti di contadini devoti che lavorano il riso con il fango fino alle ginocchia. Immense distese a perdita d’occhio colorate da bandiere e aquiloni messi lì per allontanare sia gli uccelli, sia gli spiriti maligni.

Bali sono le danze tradizionali dove le ballerine vestite di colori sgargianti e adornate di ciondoli d’oro, ballano su musiche ritmiche, raccontando storie e facendo buffe espressioni con il viso truccato.

Bali sono le spiagge nere della costa est, fatte di sabbia vulcanica, timide e ancora inesplorate, frequentate da coppiette che cercano un buon pranzo di pesce fatto con i piedi sulla sabbia, un tuffo nelle acque trasparenti abitate da pesci e coralli, un libro in una mano e un cocktail di frutta fresca nell’altra.

Bali sono le boutique, lo shopping e i locali di Kuta, Nusa Dua, Seminiyak e non solo, dove ci si veste per colpire e dove la sera si fa tardi in spiaggia, dopo aver passato parte della giornata a fare surf con i capelli al vento.

Bali sono le mani delicate delle massaggiatrici, che con i movimenti lenti ma decisi ti fanno passare un’ora di pura calma, mentre l’olio scorre sulla pelle e la mente viaggia in mondi paralleli.

Bali sono i galli che zampettano sotto la tua camera e ti svegliano all’alba, sono i polli allevati in ogni famiglia, sono i cani che girano un po’ ovunque senza mai dare fastidio.

Bali è il vulcano che non abbiamo avuto voglia di scalare prima dell’alba, è la cucina ricca di sapori che sa far felici tutti, è la semplicità della vita resa felice da chi si trova attorno a te.

Bali sono le sue persone, le più sorridenti, gentili e altruiste mai viste prima. Sono persone genuine, che offrono il meglio per fare in modo che ogni singolo turista resti affascinato dalla propria terra, proprio come è successo a noi.

Bali - Candidasa

Bali -

Bali - Ubud

Bali - Candidasa

Bali - Ubud

Bali - Ubud

Bali

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