Terzo giorno del nostro weekend a Parigi: prosegue il giro della città in bici, ma a causa della pioggia resteremo al coperto! Ecco com’è andata!
Prima di leggere questo post non perdete i precedenti capitoli:
Parigi di notte, l’hotel Napoleon e i macaron di Ladurée
Weekend a Parigi: il tour ideale per scoprire la città in bici
Weekend a Parigi: La Tour Eiffel e un ristorante di quelli buoni
La sveglia del terzo giorno a Parigi suona ancor prima del solito: abbiamo tutta la giornata a disposizione prima di prendere di nuovo il volo per Firenze e vogliamo goderci ogni momento. Ale si nasconde sotto la morbida coperta bianca, io invece voglio accelerare i tempi e mi lancio sotto la doccia, sperando che anche lui si decida ad alzarsi. Il cielo grigio promette male, non pretendiamo di avere sole e 30°, ci accontentiamo di una grigia giornata senza pioggia. (cavolo quante G!).
Scendiamo giù a colazione; dopo aver ordinato il café-au-lait per me il caffé per Ale, noto con la coda dell’occhio un barattolo intatto di una crema color nocciola che non è cioccolato, è molto di più godurioso: il dulce de leche. Non è per niente francese, lo so, ma in quel momento avrei voluto cacciarci dentro un cucchiaio da minestra per mangiarlo come ogni tanto faccio con la nutella. Per evidenti motivi mi sono dovuta limitare ad utilizzare il piccolo cucchiaino in dotazione e prenderne una piccola parte, spalmandola sopra le piccole crêpes. [Continuo a parlare solo di cibo, lo so]
Alle 9.30 abbiamo appuntamento con Véronique, una ragazza che lavora all’Hotel Napoleon Paris, in cui siamo ospiti e che ci vuol mostrare le loro camere (e noi siamo super curiosi di vedere la suite del settimo piano, quella col terrazzo privato da cui si vede mezza Parigi). Prima di salire fin sopra l’attico, facciamo un giro per le altre camere, che sono decisamente belle.
La bellezza di Parigi si trova in ogni angolo, o ancor meglio, in ogni piazza. Le piazze della città sono incredibilmente ampie e neanche l’obiettivo della GoPro riesce a racchiuderle in uno scatto. Il Louvre resta una tappa fondamentale di un viaggio a Parigi, ma avendo a disposizione solo un weekend, non potevamo passare metà giornata al suo interno. O meglio, non era tra le nostre priorità, quindi lo rimandiamo allla prossima volta.
Le bici anche oggi sono le nostre migliori compagne di viaggio e siamo passati da tutt’altra strada per raggiungere il Louvre: dall’Hotel Napoleon che si trova all’Arco di Trionfo, nella via parallela agli Champs Élisee, siamo scesi per Rue du Faubourg Saint-Honoré, abbiamo superato il palazzo dell’Eliseo e abbiamo proseguito tutta la lunga strada fino ad arrivare alla piramide del museo. Il cielo è grigio e pioviggina, quindi decidiamo di fare un salto alle Galeries Lafayettes.
Provo sempre una certa curiosità per i grandi magazzini tipo Harrod’s o Macy’s, perché sono affascinata dai loro reparti dedicati alla cucina. Se ripenso a quelli in Giappone, compro subito un biglietto per tornare nella terra in cui si trovano i cocomeri quadrati. In ogni centro commerciale che si rispetti, il reparto food è sacro: c’è una cura maniacale per come vengono sistemati gli involtini primavera accanto ai dumplings, viene data un’importanza rigorosa a come le pietanze vengono disposte sui banchi e hai sempre l’impressione che si tratti di una sorta di museo del cibo, dove trovi tutto ciò che desideri, in arrivo da ogni parte del mondo.
Alle Galeries Lafayettes sono rimasta colpita dalla sezione dedicata alle spezie, agli zuccheri e ai thé. Un profumo inebriante proveniva da questi scatole sapientemente sistemate l’una accanto all’altra: i colori risaltavano e ti facevano venir voglia di avvicinarti per chiudere gli occhi e provarne il profumo. Chi ama la cucina come me, le avrebbe prese tutte. Vicino alle spezie si trovavano gli zuccheri: al cioccolato, alla vaniglia, alla rosa solo per dirne alcuni, da abbinare ad altrettanti tipi di thé ed infusi dai mille gusti.
Dopo un pranzo veloce abbiamo proseguito il nostro giro di Parigi, ci siamo fermati in qualche negozietto e con l’aereo che sarebbe partito dopo poche ore, abbiamo deciso di fare un’ultima importante tappa: Ladurée, di nuovo. Eravamo stati da Ladurée la prima sera, ma solo per prendere qualche macarons: questa volta volevamo provare la rinomata Tarte Tatin, mangiata e fatta più volte in Italia, ma come sarà quella francese, in una delle pasticcerie più buone della città? Incredibilmente buona. Questo scrigno di mele caramellate, tagliate sottilmente, dolci, con una leggera base croccante di pasta sfoglia (?), abbinata ad un cucchiaio di panna acida è stata una delle cose più buone mai mangiate, semplice ma deliziosa.
Il tempo di assaporare il caffè con la torta e siamo tornati verso l’hotel. Abbiamo ripreso le valige e a pochi passi da lì siamo saliti nell’autobus Les Cars AirFrance che collega l’Arco di Trionfo con i due aeroporti parigini.
Nell’attesa di salire in aereo però abbiamo fatto acquisti: cosa portare a casa? Ovviamente una scatolina di macarons di Ladurée che ha un punto vendita anche all’interno dell’aeroporto di Charles de Gaulle. Li abbiamo custoditi fino al giorno successivo: dopo pranzo, con molta calma li abbiamo aperti e uno ad uno li abbiamo gustati con la giusta attenzione, sapendo che dopo quella scatolina da 12 avremmo davvero terminato il nostro weekend a Parigi.