Alle 10 abbiamo fissato al porto di Marigot con Vicky, la proprietaria dell’autonoleggio Next Level Car Rental: è infatti arrivato il momento di lasciare la Tucson e St. Martin alla volta di Anguilla: abbiamo proprio voglia di scoprire un’isola nuova che ci dicono essere molto diversa da questa. E’ inusuale dover fare il controllo dei documenti, pagare la tassa di uscita e ottenere un nuovo timbro sul passaporto solo per raggiungere l’isola che si vede davanti a noi: il tragitto in barca dura solo mezzora e nonostante il mare mosso, passa velocemente. Con le cuffie alle orecchie e un po’ di buona musica, passa ancor meglio.

All’arrivo ad Anguilla, fin dal porto ci rendiamo conto che il mare fa davvero concorrenza a quello delle Maldive. Se siete già stati alle Maldive, qui probabilmente riuscirete ad avere lo stesso stupore provato davanti a tutte quelle tonalità di turchese che si vedono in pochi posti al mondo.

Il taxi in 5 minuti ci porta a casa. Questa volta abbiamo trovato una guest house gestita da Rhon, un ingegnere ambientale che ha costruito 3 appartamenti per i turisti e noi occuperemo quello al piano terra. Rhon è al lavoro, un post it rosa con scritto Claudia con un pennarello nero a punta grande ci attende sulla porta di casa. Le chiavi di casa, in perfetto stile americano, sono sotto allo zerbino. Anguilla è ritenuta l’isola più sicura dei Caraibi e anche nei giorni seguenti non avremo mai la percezione del pericolo: a dire la verità, anche se qualcuno forse non è d’accordo, ci siamo sentiti al sicuro anche a St. Martin dove abbiamo sempre incontrato persone gentili ed educate ad ogni ora del giorno. Lasciamo le valige velocemente in camera e presi gli asciugamani, scappiamo in spiaggia.

La guest house, si trova a 7 minuti a piedi da Rendezvous Bay, una delle spiagge che si rivelerà tra le nostre preferite. Camminiamo sotto il sole, sapendo che presto ci potremo tuffare ma non sappiamo bene cosa ci attende. Per la verità, in taxi, mi sono presa pure un cazziatone dal’autista che alla mia domanda, “C’è una spiaggia qui vicino?” -fatta più per fare conversazione, che altro- mi ha detto che dovrei essere informata sul posto in cui sto per andare. Sapevo benissimo che la spiaggia era poco distante e che ci potevamo arrivare a piedi, ma volevo scambiare due parole con lui, per essere una passeggera gentile.

Il vialetto che porta alla spiaggia non ci permette di vedere bene il mare fino all’arrivo: nel momento in cui finisce la barricata laterale in legno e possiamo finalmente sporgerci, restiamo a bocca aperta. Sono le 11.30, siamo io, Ale, una spiaggia di circa 800 metri di sabbia bianca e finissima. Il sole è alto e batte forte sulla baia dove i colori sono forti, tant’è che senza occhiali da sole non si riescono a tenere gli occhi aperti. Cerchiamo di scorgere in lontananza forme di vita umana e contiamo in tutto 8 persone, compresi noi.

Inizio a pensare che ci sia qualcosa che non va: è forse stato diramato un allarme tzunami mentre noi eravamo in barca e nessuno ci ha avvertiti? Il mare che abbiamo davanti è forse costellato di cubo meduse e chiunque metta un piede in acqua ne rimane fulminato? L’enorme spiaggia in cui ci troviamo è piena di mine antiuomo e quindi chi si mette a prendere il sole rischia di saltare in aria? A quanto pare no. A quanto pare è tutto nella normale vita di Anguilla. Poche persone in generale, pochissime nei mesi da maggio ad ottobre. E noi non possiamo che esserne felici. Il sole picchia forte, c’è bisogno di un ombrellone che ci ripari dal sole e abbiamo anche fame. Camminando verso unica zona della spiaggia in cui sembra ci siano esseri viventi, troviamo due ragazzi che stanno armeggiando ad un chiosco. Abbiamo forse trovato del cibo? Ci sembra un miraggio: sul lato sinistro del baracchino dai colori giamaicani noto anche dei lettini. Bingo! Cibo e lettini!

Io ho fame ma i due ragazzi con rasta fino alle spalle in perfetto stile caraibico se la prendono calma: mentre accendono la brace noi ci facciamo un tuffo, poi, considerando il tempo necessario per preparare le rosticciane alla griglia, ci beviamo un coctkail; se avete pretese sul cibo, tipo che vi andrebbe un mahi mahi alla griglia o una cesar salad con del pollo sappiate che questo posto non fa per voi. Qui si mangiano solo pollo o costine alla griglia, no more! In compenso però si bevono cose alternative tipo il mojito alla banana (senza menta, molto buono).

La giornata scorre piacevolmente tra due chiacchere con i ragazzi del posto, una passeggiata sul bagnasciuga per capire dove sono nascosti tutti i turisti di Anguilla e flaconi interi di crema solare per proteggerci dal sole bollente.

Alle 5 Rhon torna a casa dal lavoro con la moglie Jacqueline (che nome di classe che è Jacqueline) e la figlia. Rhon è alto, timido, nero, con due belle spalle e poco dopo viene a bussare alla nostra porta. E’ sempre bello conoscere le persone con cui per mesi hai scambiato mail e Rhon fin da subito, si dimostra una brava persona, così come avevo immaginato. L’auto la noleggiamo da lui: avevamo pensato di girare l’isola con un mezzo diverso, visto che la guida è a sinistra, ma non esistono altri mezzi (tipo motorini, bici, quod o altro) perciò Ale prende la patente di Anguilla (che consiste in un pezzo di carta arancione, che costa 20$) e dopo una doccia usciamo fuori a cena, in uno dei ristoranti consigliati dal padrone di casa.

Link utili: Noleggio Auto St. Martin: Next Level Car Rental – Solari Collistar – Solari L’Erbolario – Solari Uriage – Nature  Gardens Apartments Anguilla – Ufficio del turismo di Anguilla – 

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