Questa giornata è iniziata malissimo. Per fortuna è poi finita in maniera splendida, ma l’incazzatura per quanto accaduto è presente tutt’oggi.
Ci svegliamo per la terza volta a St. Barth: fare colazione seduti sul tavolone del salotto o nei lettini a bordo piscina ammirando il panorama sottostante è un lusso che non capita tutti i giorni e cerchiamo di goderci ogni attimo, prima della nostra partenza. Alle 12.00 dobbiamo lasciare Villa Triagoz, ma ci aspetta un’altra villa le cui foto promettono benissimo e abbiamo una curiosità pazzesca di vederla. Siamo qui, a pochi chilometri, tra poche ore saremo lì. Ma c’è una cosa strana nell’aria.
Non abbiamo ancora deciso il programma per oggi, ma fatte le valige e fatto anche l’ultimo bagno in piscina attendiamo una risposta che tarda ad arrivare. Sono due giorni che cerco di contattare il proprietario di Villa Micalao che si era mostrato molto gentile nei mesi passati e che aveva accettato con piacere la nostra collaborazione. Alla terza mail in poco più di 24 ore in cui chiedevo informazioni sull’indirizzo esatto, arriva un messaggio di quelli che ti gela il sangue, di quelli che ti fanno perdere fiducia nel genere umano, di quelli che ti lasciano l’amaro in bocca. Ti senti preso in giro. Senti che non esiste rispetto e che questi ultimi 3 giorni che dovevano essere il termine di un viaggio da sogno, potrebbero rovinare tutto quello che hai organizzato da tempo.
“I rented the villa which is currently occupied. I hope that you have a good stay in st barth. a b ” (Ho affittato la villa che attualmente è occupata. Spero vi divertiate a St. Barth a b)
Guardo con faccia perplessa Ale che mi chiede come sia possibile. Mi arrabbio, sono amareggiata, questo se ne è fregato e ha fatto i propri comodi. Ha trovato da affittare tutta la settimana invece di 3 giorni e ci ha messo nella merde (alla francese, come lui). Se ci avvertiva prima, avremmo capito e avremmo potuto fare scelte diverse. Ma ora è tardi, dobbiamo lasciare la villa tra un’ora.
Cerchiamo quindi di capire come passare queste tre notti in un’isola in cui il 90% delle sistemazioni sono ville di lusso e il restante 10% è costituito da hotel che non hanno mai meno di 4 stelle e prezzi molto spesso esorbitanti. Ma ci saranno delle eccezioni? Cerco su internet e trovo un cottage a 100 euro a notte: chiamo, dice che ha posto, bingo! Siamo salvi! Carichiamo la valigia in macchina e andiamo alla ricerca di questo posto che si trova vicino alla spiaggia di Saline. Arriviamo, sollevati e felici. Abbassiamo il finestrino quando incontriamo un signore che sembra essere il proprietario e in francese gli dico che sono quella che ha chiamato poco fa, per la camera da stasera. Lui mi guarda e in inglese mi dice che l’ha data ad un’altra coppia.
Ma tutti oggi? Gli dico che sono stupita, ho chiamato mezz’ora prima e lui con un ” Je suis desolé” se ne ritorna a fare il giardino. Mentre facciamo manovra con la macchina, torna per un attimo indietro e ci dice di provare al Normandie: stamani mentre andava a comprare il pane ha notato che c’erano poche macchine, quindi probabilmente hanno camere libere. Tentiamo anche questa.
Stasera tra l’altro abbiamo la cena al ristorante dell’hotel Le Toiny, fissata da tempo e che potrebbe risollevare una triste giornata. Ci manca solo che salti anche questa. Arrivati al Normandie, la ragazza che si occupa delle camere controlla le prenotazioni sul computer e dopo un attimo di esitazioni e dopo aver fatto una telefonata di controllo ci da la risposta che cercavamo. Abbiamo un letto dove dormire. Non sarà una villa con piscina privata affacciata sul mare, ma è accogliente e il prezzo va bene.
Lasciamo i bagagli e ce ne andiamo a pranzo a Gustavia. Ancora arrabbiati per com’è iniziata la giornata, abbiamo fatto un giro per il porto che è davvero chic e ben tenuto e ci siamo fermati a pranzo in uno dei pochissimi posti economici di tutta l’isola: una sorta di take away con i tavolini fuori dove c’erano un sacco di persone e che però non si è dimostrato un posto valido. Abbiamo trascorso la restante parte del pomeriggio in giro per l’isola, facendo foto ai panorami, mangiando crepes con la nutella, sbirciando tra i negozietti, scoprendo angoli più nascosti di St. Barth.
Alle 07.30 usciamo per la cena. Sì, è presto, ma siamo stanchi e non sappiamo bene dove si trova l’hotel Le Toiny quindi, un po’ di anticipo non guasta. Poco prima di uscire abbiamo conosciuto Silvia, una ragazza romana che lavora al Normandie e che è curiosa di sapere come andrà la nostra cena: il ristorante Le Gaiac, all’interno dell’hotel Le Toiny è ritenuto tra i migliori 3 di St. Barth. Questo accresce ancor più la nostra voglia di assaggiare i loro piatti che dal sito si erano subito dimostrati opere d’arte.
Veniamo accolti da molti ragazzi giovani: uno ci accompagna al tavolo, minimale ed elegante; uno ci consiglia i vini, uno ci porta il pane, uno di spiega il menù: ci sentiamo speciali, davvero. Le luci sono soffuse e per questo le foto fatte ai piatti sono uno schifo, ma questo è un dettaglio. La serata di stasera definita “Tuesday Fish Market” prevede un menù a scelta con antipasto, secondo di pesce e dolce e sono proprio soddisfatta di prendere piatti opposti da quelli di Ale, così li assaggiamo quasi tutti!
Il mio menù prevede:
Granchio con aceto di Sherry, insalata croccante di radici, mela verde, pistacchi tostati e salsa alle erbe.
Cernia alla griglia con puree di patate dolci, emulsione al lemongrass
Tortino morbido al cioccolato fondente, con ripieno di banana. Gelato alla banana caramellata e caramello affumicato.
(Solo a ripensarci mi viene l’acquolina in bocca)
Il menù di Ale prevede:
Tartar di Mahi-mahi con agrumi e tapioca con crema alle ostriche
Tonno bianco alla griglia con puree di patate dolci, emulsione al lemongrass
Mango, ananas e fragole saltate, sorbetto di mango e crumble di mandorle
Non ci era mai capitato di assaggiare piatti così sofisticati e oltre a quanto previsto dal menù, c’erano degli stuzzichini davvero inusuali che abbiamo apprezzato molto. Appena i piatti arrivavano, fingevamo di essere Bastianich e Cracco, guardandoli con aria sospetta, analizzando per gioco colori, forme e profumi. E’ banale dire che tutto era buono, quello che però ricordo con particolare piacere sono la cernia e il dessert: il pesce era di una morbidezza e di una consistenza mai provate prima e mi sono gustata ogni singolo boccone cercando di scoprirne i segreti. Ho mangiato la cernia molte volte, ma questa è sicuramente la migliore. Che dire del dolce, era il mix perfetto tra consistenze, sapori e profumi. Il tortino al cioccolato era caldo, con il ripieno di banana, morbido che si scioglieva, in contrasto con il gelato alla banana. Il caramello dava quel tocco di grazia che ancora oggi mi fa sognare quel dolce! Pensandoci bene, potrei provare a rifarlo!
Dopo cena abbiamo avuto il piacere di visitare una delle ville dell’hotel Le Toiny: vere e proprie villette con piscina privata, camera e salotto per rilassarsi in un’atmosfera davvero raffinata!
Link utili: Borsa Coccinelle –Ristorante Hotel Le Toiny –Valigia Samsonite– Villa Triagoz – Autonoleggio St. Barth Turbè Car Rental – Solari Collistar – Solari L’Erbolario – Solari Uriage