Tutto è iniziato alle 4 di mattina. La sveglia è suonata, ma nonostante avessi davvero tanta voglia di partire, ho pensato bene di dormire altri 10 minuti: caffè per Ale, cappuccino per me, un filo di trucco e via verso l’aeroporto di Firenze! Il volo da qui a Parigi, per fortuna è partito in orario, non potevamo assolutamente arrivare in ritardo, visto che c’erano solo 80 minuti prima che il secondo volo decollasse! L’aeroporto di Parigi è immenso e, come fatto l’anno scorso, dopo essere arrivati al Terminal 2G, abbiamo preso la navetta per raggiungere il terminal 2F; abbiamo fatto nuovamente il controllo passaporti e di nuovo il metal detector e considerando i tempi strettissimi, sono riuscita a prendere un pain au chocolat al volo, solo perchè c’era un ritardo di 10 minuti all’apertura del gate per St. Martin!

Il volo con Air France Parigi/SXM dura 8 ore ed è stato piacevole; i sedili erano comodi e spaziosi, l’intrattenimento a bordo valido (anche se lo schermo è piuttosto piccolo) e grazie alle cuffie che ci siamo portati da casa, ci siamo isolati dal resto dell’aereo per gran parte del volo; la maggior parte dei film, dei documentari o dei cartoni animati era in francese e in inglese, ma abbiamo guardato anche qualcosa in italiano: ricordo un film con Jude Law, dove fa lo psichiatra, ma non ricordo il titolo! (Forse Insider Trading?)

La cucina a bordo non è stata eccellente, si può decisamente migliorare! Ma questo è un tasto dolente per tutte le compagnie aeree: abbiamo mangiato bene lo scorso anno, sempre con Air France da Parigi per Tokyo e solitamente si mangia bene nei voli Emirates mentre degli altri voli che abbiamo fatto, non ricordiamo particolari prelibatezze mangiate a 10 000 metri! Siamo riusciti anche a dormire, quindi le 8 ore sono trascorse piuttosto velocemente: non vedevamo l’ora di atterrare!

Dal momento in cui il pilota ha comunicato che eravamo in fase di atterraggio, abbiamo iniziato a guardare fuori dal finestrino per capire cosa ci stava aspettando: l’arrivo a St. Martin è diventato famoso proprio perchè si atterra letteralmente in spiaggia, sopra la testa di chi si trova a Maho Beach ed effettivamente è così! Nei prossimi giorni sicuramente passeremo anche noi da quella spiaggia per la curiosità di vedere questi giganti poco sopra di noi!

Le formalità doganali sono veloci: si riempie un modulo in aereo con i propri dati, poi viene fatto un timbro sul passaporto; arriva poi il classico momento di ansia in cui speri che le valigie siano arrivate e incroci le dita: anche questa volta è andata bene, appena Ale ha visto la super valigiona rosa, ha tirato un sospiro di sollievo! Subito dopo, anche la sua nera.

Taxi, direzione Westin Dawn Beach Hotel. Durante il tragitto noto che non c’è il tachimetro e quindi chiedo al tassista il costo del trasferimento: “30” mi dice. 30 cosa? “Dollars or Euros, it’s up to you!” – come avevo già letto altrove, qui il cambio applicato è 1:1 quindi 1 euro vale quanto 1 dollaro e questo è decisamente a favore di chi ha i dollari! Durante il tragitto passiamo dai monti, quindi tranne qualche supermercato, qualche negozietto arroccato e poco più, non siamo colpiti dal panorama. Siamo però sicuri che una vola arrivati e presa l’auto, cambierà tutto.

Il Westin Dawn Beach Hotel ci accoglie in un’atmosfera  molto rilassata: la nostra camera però non è ancora pronta, perciò ci consigliano di distenderci a bordo piscina per una mezz’ora. Facciamo quindi un salto in piscina e notiamo che oltre a noi ci sono pochissime persone! Fantastico! Facciamo un giro per la struttura che è davvero molto ampia e dopo aver visto il ristorante e la spa, andiamo verso il mare. Oceano, possente e agitato, con dei bei colori e con delle onde rumorose. Sono poche le persone in spiaggia: l’acqua sarà mica fredda?! Ale decide di fare un tuffo poco dopo e non è affatto fredda.

La nostra camera finalmente è pronta: è al terzo piano e si affaccia sulla piscina e sull’oceano, con un terrazzino privato. Nel perfetto stile americano, ha due letti Queen size ed è davvero molto grande. In Giappone qui ci farebbero comodamente entrare due camere matrimoniali, forse tre! Il bagno ha una doccia esageratamente grande e per chi invece preferisce la vasca, c’è anche quella;

Iniziamo a prepararci per andare finalmente in spiaggia quando squilla il telefono: è la reception che ci chiede se la camera ci piace e se abbiamo bisogno di qualcosa loro sono a nostra disposizione: fin sa subito ci siamo resi conto che c’è una notevole attenzione per gli ospiti dell’hotel e incontrando il personale nei corridoi, appare subito il lato socievole e sereno della popolazione caraibica che non solo sorride, ma ti saluta sempre con grande piacere; non si tratta di una cosa scontata, solo perchè devono farlo: in molti paesi questo non accade.

Riattacco la cornetta del telefono e bussano alla porta: è una cameriera che davanti alla mia faccia perplessa mi chiede di entrare con il carrello; entra e ci lascia un piatto di formaggi con una bottiglia ghiacciata di Fiano di Avellino. – Bravi questi Caraibici, penisamo, sanno proprio come far felici dei clienti italiani!. Poco dopo scopriamo che questi caraibici in realtà sono italiani! Il direttore del Westin di St. Martin infatti è un italiano che da molti anni si è trasferito qua e poco dopo lo incontreremo;

Dopo aver fatto l’aperititvo affacciati sul mare, è finalmente ora di andare a toccare la sabbia e a mettere i piedi nell’acqua! Siamo troppo stanchi per iniziare subito il tour dell’isola, quindi oggi passiamo la giornata tra la spiaggia e la piscina del Westin!

Link utili: La valigia rosa è una Samsonite Spinner S’Cure, le cuffie sono House of Marleyl’hotel delle immagini è il Westin Dawn Beach Resort!

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