10 intensi giorni di pura follia. 10 giorni di vita surreale, 10 giorni di fatica e calorie bruciate, di poche ore di sonno e di risate con l’equipaggio. 10 giorni di spesa al mercato della frutta, di battute con il pescivendolo trentenne, di attimi di paura e di attimi di pura soddisfazione che ci ripagavano di intere giornate passate in cucina. Un’esperienza che non si dimentica, fatta a Cannes durante il festival, a bordo di un super yacth di lusso. Uno di quelli di cui si potrebbe parlare per giornate, per mesi e per anni, ricordando come, per una serie di fortunate coincidenze, ti sei trovata a bordo assieme a personaggi che di solito si vedono solo al cinema o su Vogue.
Ci sono esperienze di cui si può scrivere sui blog per anni, poi ce ne sono altre che si vivono sulla propria pelle, che farebbero impennare i numeri dei lettori, ma che non si possono raccontare, perchè what happens in Vegas, stays in Vegas. Non fatevi strane idee in testa, niente di strano a bordo, solo vita ordinaria di persone extra-ordinarie.
La prima cena, quella con la signora C. è stata quella in cui abbiamo rotto il ghiaccio per davvero. Ogni volta che dalla cucina si apriva la porta che comunicava con il salone, mi affacciavo e con la testa all’insù cercavo di capire chi fossero gli ospiti per cui avevamo cucinato. La signora C. era seduta proprio davanti alla porta e ogni volta che le ragazze la aprivano, io sbirciavo. Il lungo abito bianco la rendeva splendente ma anche la mattina seguente, quando l’ho trovata in plancia, era una meraviglia anche in jeans e maglietta. La classe di certe persone non dipende dal vestito che indossano.
La mattina seguente abbiamo avuto il piacere di conoscere anche la padrona di casa che si è dimostrata da subito gentile, dolce e raffinata. Colazioni, pranzi e ancora cene, l’adrenalina ogni giorno saliva, la stanchezza aumentava ma allo stesso tempo, i complimenti ricevuti ci facevano continuare a cucinare con più consapevolezza delle nostre capacità, dalle 9 di mattina alle 01.00 della notte. Il mio fisico ha accusato notevolmente il cambio di vita, ma forse è stato solo un bene: capelli più lunghi, diversi chili in meno e un sorriso smagliante di una che è molto soddisfatta. Certo, devo ancora riprendermi, devo dormire per giorni e i dolori alle gambe ancora non sono passati, ma passeranno e resterà il ricordo di un tour de force da sogno.
La vita in una barca del genere non può essere considerata difficile o claustrofobica: gli spazi sono più ampi di una normale casa, gli ospiti ti fanno svegliare ogni mattina con una certa carica e l’equipaggio è parte fondamentale del viaggio. Le giornate scorrono veloci come un treno giapponese, ma non è mai tardi per andare a letto e non è mai troppo presto per iniziare a cucinare, quindi si dorme poco e al mattino le occhiaie si fanno vedere. Un po’ di trucco e si torna in barca. Il tempo libero è limitato ad un gelato preso al volo, tra una battuta e l’altra da Barbarac dove più che il gelato ho apprezzato le crepes nutella e banana.
Quando sta per arrivare la star a bordo, l’agitazione si nota in ogni piccolo dettaglio. Certo, la maggior parte dell’equipaggio c’è abituata, ma chissà perchè, scappiamo tutti sul ponte appena l’auto con la signora S. arriva sulla banchina. La curiosità è tanta, l’abbiamo vista sempre nei film e sulle riviste, chissà com’è da vicino! La signora S. è una bella donna, ma avendo superato i 50, senza trucco e con un paio di jeans è tutt’altra cosa rispetto a quando esce per il red carpet. Lì è davvero quella che si vede nelle copertine ed è proprio bella.
Passano i giorni e si avvicina quello della festa. Una festa che noi comuni mortali non possiamo neanche immaginare. Non sono previsti particolari sfarzi, il buffet è semplice e dai sapori italiani, ciò che fa la differenza tra una comune festa tra amici e Quella festa è la percentuale di bellezza: tra noi comuni mortali, su 100 persone dai 20 ai 35 anni, direi che 60 sono bruttine, 35 sono carine (sono forse stata troppo alta?) e 5 sono da considerarsi belle. Ecco, alla festa a cui ho assistito, il 98% degli invitati era di una bellezza disarmante, una bellezza di quelle che staresti ore a guardarli, ragazzi e ragazze, con abiti lunghi, corti, luccicanti, smoking, capelli perfetti e trucco impeccabile. Ogni tanto mi fermavo in mezzo alla sala e li guardavo per qualche secondo, con il sottofondo della musica nelle orecchie, rendendomi conto che tutti quei modelli che fino a poco prima vedevo solo nelle passerelle, nelle pubblicità di Chanel, di Gucci o di Intimissimi erano davanti a me. Mi scambiavo sul ponte laterale dello yacht con gli altri ragazzi dell’equipaggio e le nostre facce si guardavano incredule davanti a tanta bellezza. Uno sguardo veloce che diceva tutto. Un succo super concentrato di sorrisi, di volti intriganti e di chiome fluenti, sarei stata ore a guardarli solo per il fatto di essere così belli. Una sensazione difficilmente spiegabile, mi sono innamorata circa 50 volte durante la serata, sia di uomini che di donne, ma nessuno avrebbe resistito al fascino di tutti quei modelli messi insieme: sembrava di essere all’interno di un film dove, per copione, tutti dovevano essere impeccabili.
La festa di cui vi ho scritto sopra, è stata the icing on the cake. Certo, la (nostra) vita reale è ben altra e le vere emozioni si provano a casa, ogni giorno, con amici e famiglia, ma un’esperienza del genere ti aiuta a crescere e ad affrontare in maniera diversa molti aspetti della vita lavorativa di tutti i giorni. Da rifare, senza pensarci due volte.
Grazie a tutti quelli che anche in piccola parte, hanno contribuito a questi 10 giorni di follia.